Musica: hobby o lavoro? Distinguere è facile

“La musica è lavoro” recitava una iniziativa del MEI (Meeting degli Indipendenti) nata ben prima che la pandemia rendesse ancora più necessario ribadire che con la musica si può e si deve poter vivere. In molti casi però, purtroppo, sono i musicisti i primi a doversene convincere.

Nel panorama musicale degli artisti indipendenti e emergenti, infatti, ci si imbatte sin troppo spesso in chi dichiara di voler vivere di musica, ma si comporta come se – invece – la musica fosse un hobby. Distinguere tra chi vuole fare della musica il suo lavoro e chi invece si accontenta di renderlo un hobby non è poi così complicato. Ecco qualche spunto di riflessione per aiutarvi a decidere quale strada prendere.

  1. Investire o arrotondare

Se vuoi che la musica diventi il tuo lavoro, devi smettere di cercare di arrotondare con la musica e devi invece deciderti a investire. Non sono le cifre che importano: è la mentalità. Occorre mettersi nell’ottica che quello dell’artista è un lavoro, comparabile a quello di tanti freelance e che quindi – proprio come ogni buon freelance – occorre investire in formazione, promozione e marketing. Non è una questione di quanto investire, possono essere piccole cifre, ma è importante farlo con costanza, consci del fatto che la costruzione di una fanbase è un processo che può essere lento, ma che va costruito passo per passo con costanza. E se non ci sono soldi da investire, allora è il tempo (per formarsi e fare da solo) che si deve trovare. Se ogni volta che qualcuno ti propone di acquistare uno strumento di promozione, di acquistare un corso di formazione sul marketing, di investire in una campagna di advertising sui social la tua risposta è “No, non voglio farlo”, allora sappi che stai imboccando a passo sostenuto la strada che ti porterà a fare della musica un hobby.

  • Pianificazione e impegno

Un altro elemento che distingue chi la musica la fa per hobby da chi davvero vuole farne un lavoro, è la quantità di fatica che si è disposti a fare. Fatica non solo per fissare le date, suonare in locali lontanissimi, fare lunghe trasferte, ma anche fatica – per esempio – per aggiornare con costanza i propri canali social, per costruirsi un sito o una newsletter, per creare sempre contenuti nuovi e interessanti che possano coinvolgere il tuo pubblico. Se ti limiti a un post su Instagram dalla sala prove – solo quando ci vai – perché magari durante il resto della settimana hai altro da fare e non hai tempo da perdere per curare i social del tuo progetto musicale, chiediti se è davvero di questo che vuoi vivere oppure se ti basta divertirti con gli amici in spensieratezza.

  • Strategia o improvvisazione

“Un obiettivo è un sogno con una data di scadenza” recita il detto. E si potrebbe aggiungere anche: e con un piano per realizzarlo. La pianificazione delle tue prossime mosse (artistiche, pubblicitarie, di promozione, di marketing, di pr) è essenziale per non lasciare che sia il caso a decidere del tuo destino musicale. Chiediti quale obiettivi vuoi raggiungere, in quali tempi e quali sono le azioni che ti possono portare a raggiungere i tuoi traguardi. Fai una road map, pianifica le tue mosse, misura i risultati, utilizza i fallimenti per imparare e migliorare, riprova e fai meglio.

Fare della tua musica il tuo lavoro non è semplice: richiede sicuramente tanto impegno, fatica, un processo di apprendimento e – sicuramente – anche la giusta dose di fortuna. Ma se non è alla fortuna che vuoi affidare totalmente il tuo futuro artistico, allora è il momento di iniziare a muoversi nella giusta direzione, imparando a pensare come un professionista e abbandonando i comportamenti tipici di chi fa musica per hobby.

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